Mindfulness 3: come usare concentrazione e consapevolezza

La lista di Gunaratana su cosa non è la meditazione, nella sua semplicità e chiarezza, è molto divertente. Ecco cosa non è:

1. semplicemente una tecnica di rilassamento
2. andare in trance
3. una pratica misteriosa che non può essere compresa
4. un modo per diventare superuomini con poteri paranormali
5. una cosa pericolosa
6. per i santi e gli uomini straordinari
7. fuggire dalla realtà
8. un ottimo modo per tirarsi su
9. una cosa egoistica
10. pensare a pensieri elevati
11. qualcosa che in due settimane elimina ogni problema

Similmente alle contemplazioni di esperienze religiose a noi più comuni, la meditazione buddhista in qualche modo non è diversa dalla riflessione cosciente su un argomento specifico. La base, come in altre esperienza, quali lo yoga, il suo fondamento è la concentrazione, che non deve essere eccessiva. Tutto nella meditazione deve essere calibrato, né troppo e né troppo poco.

Bisogna concentrarsi su un unico oggetto, e quando la mente è addestrata e riesce a stabilizzarsi bene su un oggetto è possibile portare la consapevolezza su più oggetti. Quindi il fulcro di tutto nella meditazione buddhista è la consapevolezza, perché le tecniche buddhiste sono volte ad aumentare la consapevolezza per mezzo della concentrazione.

la meditazione di cui mi occuperò è la vipassana o meditazione di visione profonda, che deriva da un testo dal titolo satipatthana sutta, ed è la forma più antica di meditazione buddhista, non l’unica valida, ce ne sono altre.

la consapevolezza viene affinata perché si impara a concentrarsi sulla natura delle cose, che è non duratura e non pienamente soddisfacente.

Per cominciare quindi iniziamo a concentrarci sul respiro, come già detto nell’articolo Mindfulness 2, quando riteniamo di essere abbastanza concentrati passiamo su un altro oggetto di meditazione, per sondare la natura di un fenomeno. Vedete cosa c’è dentro di voi là, al momento, perché quello che avete al momento, che ribolle dentro di voi, è sempre il miglior materiale per meditare. Che sia una sensazione, un sentimento, una emozione, un dolore, un pensiero, un dubbio, voi con mente non giudicante osservatelo, e iniziate a osservare se ci sono diverse fasi: se aumenta o diminuisce, se ha un inizio, una fase di permanenza e una fine. Se poi riprende e ritorna dentro di voi. In questo modo farete esperienza delle transitorietà dei fenomeni, cioè che che ogni cosa è impermanente, non duraturo. Dirigete la vostra concentrazione e la vostra consapevolezza su questo oggetto di meditazione dai voi scelto, e state con esso senza giudicare o reagire, osservate i suoi movimenti, i suoi inizi, il permanere e il cessare.

Se vi distraete o avete problemi, tornate al respiro per poi ritornare sull’oggetto scelto quando pensate di essere nuovamente pronti per farlo.
Cominciate con 5 minuti, poi 10, 20,30 per arrivare a 40 minuti al giorno, quando possibile.

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